La persona fragile e lo spettro della demenza

È opportuno soffermarsi su un aspetto che sempre maggiormente coinvolge la figura dello psicologo all'interno delle strutture per anziani.

Sempre più frequentemente le famiglie che si rivolgono alle residenze per anziani portano la prevaricante difficoltà di gestione di un familiare affetto da decadimento cognitivo, spesso accompagnato da comportamenti disturbanti di difficile gestione domestica. Il lavoro coordinato e sincrono dello psicologo con il resto dell'equipe può condurre ad un contenimento e ad una gestione dei comportamenti disturbanti. L'attuazione di una precisa osservazione, da parte dello psicologo, dei comportamenti e dei bisogni inespressi dell'ospite e la progettazione e la messa in atto di strategie comportamentali possono avere un effetto positivo nella riduzione delle manifestazioni comportamentali derivanti da un probabile decadimento cognitivo, riducendo l'incidenza dell’uso di farmaci neurolettici, spesso di grande supporto all'intervento comportamentale ma con noti effetti collaterali. Anche in questo caso è compito dello psicologo partecipare attivamente all’elaborazione di attività di supporto ed educative che permettano all’anziano con demenza di dare senso alla giornata.

È molto importante elaborare e progettare le attività tenendo in considerazione le peculiarità e la storia personale dell'ospite. Per favorire un ri-appropriamento da parte dell'ospite dell'ambiente, sarà di grande importanza l'apporto dell'osservazione ambientale dello psicologo per la realizzazione di un ambiente protesico, inteso come luogo di vita costituito dallo spazio fisico, dalle persone e dalle attività di cura, che ottimizzi l'autonomia residua, compensi i deficit causati dalla malattia e promuova il benessere della persona con demenza.

Inoltre, la figura dello psicologo, attraverso l'utilizzo di un approccio psicosociale alla patologia, può supportare le figure assistenziali in un processo di cambiamento significativo dei modi di pensare e agire nell'assistenza alla persona affetta da demenza. È fondamentale infatti che le persone che entrano in stretto contatto con gli ospiti siano esse stesse protesiche. Lo psicologo diventa quindi una figura di supporto per il personale assistenziale, attraverso la strutturazione di attività di affiancamento e supervisione con gli operatori per la gestione dei comportamenti difficili, aiutandoli ad identificare i bisogni non soddisfatti della persona con demenza (non solo fisici ma anche psicologici) e ad identificare la risposta più adeguata.